Sangio.Eco

Sangio.Eco – Non esiste un pianeta B

Il recentissimo Patto per il Lavoro e per il Clima voluto dalla Regione Emilia Romagna è una strategia che si pone l’obiettivo di superare l’annoso conflitto fra sviluppo e ambiente, raggiungere la decarbonizzazione prima del 2050 e passare al 100% di energie rinnovabili entro il 2035.

Mette al centro la realizzazione della transizione ecologica generando lavoro di qualità, con un carattere di piena trasversalità in tutti i diversi settori.

Si delinea un percorso sfidante che stabilisce impegni e responsabilità di ciascuno dei 55 sottoscrittori (amministrazioni pubbliche, associazioni imprenditoriali e professionali, rappresentanze sindacali, istituzioni culturali, terzo settore), si identificano 4 obiettivi strategici (Conoscenza e saperi, Transizione Ecologica, Diritti e Doveri, Lavoro, Imprese e Opportunità) e le relative linee d’intervento prioritarie, 4 processi trasversali di forte portata (Trasformazione digitale, Semplificazione, Legalità e Partecipazione) che fungeranno da volano per l’attuazione del Patto.

Questo dovrà essere l’ambito di riferimento entro il quale sviluppare politiche e interventi locali, ora che finalmente si prende atto di quanto il cambiamento climatico colpisca ogni settore, dall’agricoltura alla salute, alla sicurezza idrogeologica e costringa tante persone ad emigrare dai loro paesi a causa di siccità e fenomeni atmosferici estremi.

Nel persicetano non partiamo da zero, grazie ad un proficuo percorso partecipato ed inclusivo scaturito dal Patto dei Sindaci – iniziativa della Commissione Europea che prevede l’impegno delle comunità locali nella riduzione dell’impiego di fonti fossili, allineando le azioni individuali e collettive con quelle europee e individuando il territorio come luogo privilegiato per ridisegnare un’economia volta alla tutela degli interessi della collettività locale – che ha dato vita allo strumento del Paes – Piano d’azione per l’energia sostenibile, approvato nel 2014 da tutti i Comuni di Terre d’Acqua, ma che in quest’ultima legislatura è rimasto praticamente inattuato.

Il processo per attuare il Piano, che oggi si dovrebbe evolvere nel Paesc – Piano Energia-Clima dei Comuni (a tal scopo la Regione ha erogato all’Unione un finanziamento di 60.000 euro) non è ancora stato intrapreso.

L’Unione dei Comuni di Terre d’Acqua ha istituito nel 2016 lo “Sportello Energia Terre d’Acqua” con il compito di attuare il Paes dei Comuni aderenti, sensibilizzare e informare sulle tematiche energetiche, fornire consulenza gratuita sui vantaggi economici ed energetici, nonché sulle agevolazioni fiscali e finanziarie previste dalla legge, connessi all’uso delle fonti rinnovabili.

Lo Sportello è itinerante e la sua gestione è in capo al Comune di San Giovanni in Persiceto, che ha pertanto la responsabilità diretta sull’efficienza di tale servizio per i cittadini e le imprese ma che in questo quinquennio non è stato messo nelle condizioni di agire in piena operatività. Su questa iniziativa quanto mai attuale è necessario agire con tempestività.

Consapevoli che il risparmio energetico in ogni sua forma dipende dai nostri comportamenti attraverso l’adozione delle cosiddette “buone pratiche” a livello collettivo ed individuale, riteniamo che il primo passo concreto su cui occorre impegnarsi sia creare le condizioni perché ciò avvenga.

  • Nell’ambito del Piano della mobilità sostenibile metropolitana, rispetto all’utilizzo del trasporto pubblico in alternativa all’auto privata è necessario:
    • rimodulare gli orari ed i percorsi di treni e bus che dovranno permettere spostamenti anche in orari serali e festivi;
    • consentire collegamenti fra le frazioni ed il centro e con i luoghi di studio e di lavoro;
    • potenziare i mezzi di trasporto sulle direttrici non servite dalla ferrovia (ad esempio Anzola, Sant’Agata, Zola) anche in accordo con le iniziative di welfare aziendale adottate dalle grandi imprese verso le quali sono costanti i flussi dei lavoratori;
    • garantire più sicurezza nell’uso dei bus ristrutturando le fermate bordo strada e prevedendo un’adeguata dimensione dei mezzi rispetto alle condizioni stradali;
    • introdurre biglietti e abbonamenti treno-bus che, anche per Persiceto, possono avere un impatto positivo.
  • PersiBus: Il territorio di San Giovanni Persiceto è vasto e ben servito, con due grandi frazioni che sono San Matteo della Decima e Le Budrie. In questi ultimi anni il servizio di Prontobus è stato indebolito rendendo quindi carenti i trasporti pubblici. Pensiamo invece che, se vogliamo fornire adeguati servizi ai cittadini e incrementare il trasporto pubblico per disincentivare il privato, sia necessario un servizio di mobilità che colleghi San Matteo della Decima, il Capoluogo (con i suoi punti di maggiore rilevanza) e Le Budrie, in modo da coprire la mancanza di linee interurbane in determinati orari. Riteniamo che questo servizio possa facilitare la mobilità all’interno del Comune e ridurre le distanze anche per chi non ha sempre a disposizione un’auto, aumentando per di più autonomia e indipendenza dei singoli cittadini. Immaginiamo altresì che il “PersiBus” possa nascere da un percorso partecipato con la collettività, al fine di prospettare per l’intera area comunale uno scenario di sviluppo futuro valido ed efficiente.
  • Per facilitare al massimo l’uso delle biciclette, sia per movimenti all’interno del capoluogo che nel collegamento fra questo e le frazioni, è necessario completare la rete ciclabile esistente e realizzare nuove piste ciclabili sicure per collegare le frazioni con il centro ed i luoghi strategici quali le scuole, la stazione ferroviaria, l’ospedale.
  • Particolare attenzione deve essere dedicata poi alla sicurezza dei percorsi casa-scuola e agli accessi degli edifici scolastici, in modo da consentire alle famiglie di incentivare l’autonomia a piedi o in bicicletta per i loro ragazzi.
  • Per contribuire alla diffusione di mezzi a zero emissioni, realizzare punti di ricarica di auto elettriche, principalmente nei parcheggi e nelle aree condominiali.
  • Per mitigare l’impatto negativo degli impianti di riscaldamento e produzione di acqua calda – che rappresentano le principali fonti di inquinamento – si deve sostenere la produzione di energia elettrica e calore col fotovoltaico e il solare termico, nell’ambito di un piano di efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati: i pannelli vanno collocati sui tetti di edifici, abitazioni, capannoni, centri commerciali, parcheggi, impianti sportivi. Per i cittadini e le imprese che non hanno le possibilità di autoprodurre energia, come i residenti nei centri storici, delocalizzare la produzione verso edifici pubblici o produttivi con la creazione di Comunità energetiche rinnovabili.
  • In un contesto di inclusione sociale, è necessario prevedere un contributo economico o un sistema di garanzia nei confronti delle banche e dei creditori per i cittadini meno abbienti che non potrebbero beneficiare delle agevolazioni fiscali e finanziarie di legge (redditi bassi, famiglie numerose, ad esempio)
  • Per quanto riguarda i rifiuti la priorità deve essere innanzitutto la riduzione seguita dal riciclo e dal riuso puntando all’incremento dell’Economia circolare. Di contro la pandemia che stiamo vivendo non fa che incrementarne la produzione, in particolare plastica e cartone (stoviglie monouso, asporto di cibo, acquisti on-line) con il rischio che determinati comportamenti di acquisto e di consumo permangano anche successivamente, facendoci arretrare rispetto ai buoni risultati tanto faticosamente ottenuti prima con la raccolta porta a porta ed ora con l’applicazione della Tariffa a corrispettivo puntuale. Quest’ultima, per una buona gestione ed un efficiente risultato, richiede un coinvolgimento attivo dei cittadini e delle imprese, convinto di agire per la salvaguardia del patrimonio ambientale come bene comune. Sarà perciò fondamentale:
    • promuovere comportamenti virtuosi attraverso azioni concrete di informazione e sensibilizzazione non solo sulla gestione dei propri rifiuti ma anche sulle proprie abitudini di consumo, individuando e favorendo quelle a minor produzione di imballaggi e scarti da una parte e, dall’altra, incentivando la vendita di prodotti a filiera corta (Km.0) e sfusi.
    • monitorare costantemente tutte le fasi del servizio in stretta collaborazione con Geovest, dagli abbandoni, ai calendari delle raccolte, dal calcolo delle tariffe ai meccanismi di premialità.

In generale si vuole promuovere l’informazione e la partecipazione dei cittadini per acquisire consapevolezza sugli stili di vita e consumi sostenibili che favoriscano la riduzione dell’impronta ecologica attraverso le loro azioni.