Scuola e formazione
Bisogna lavorare oggi per progettare il futuro, per questo è necessario iniziare dalle generazioni più giovani, dal mondo della scuola a partire dai più piccoli.
Un’istruzione di qualità fin dai primi anni di vita è requisito per favorire lo sviluppo cognitivo e relazionale, gli apprendimenti futuri e il benessere anche sociale; nessun bambino deve restare escluso dalla frequenza di nidi e materne né per carenza di posti e neppure a causa delle rette.
Si deve puntare ad abbattere i costi dei nidi per i redditi più bassi (il Comune di San Lazzaro prevede gratuità fino a 25000 euro di ISEE), oltre ai vantaggi per i minori: tale misura risponde alle esigenze di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie, promuove l’occupazione femminile e la natalità.
Per lo stesso motivo devono essere potenziati e resi più accessibili i centri estivi comunali.
L’emergenza che stiamo vivendo sta dimostrando quanto le difficoltà accentuino le disuguaglianze anche fra gli studenti di ogni età. In generale è aumentata la dispersione scolastica e la percentuale dei Neet (giovani che non studiano né lavorano).
Rispetto alla DAD, non tutti sono stati in grado di seguirla con efficacia per diversi motivi: mancanza di PC e tablet, inadeguatezza della rete e degli spazi domestici, difficoltà di apprendimento, per i più piccoli mancanza di competenze informatiche in famiglia e, a volte, anche nel corpo docente. Di contro si sta verificando che la DAD, integrata alla didattica tradizionale, offre anche delle opportunità e potrebbe essere adottata stabilmente.
È necessario sostenere economicamente le famiglie per garantire effettivamente il diritto allo studio a tutti i nostri giovani e ripensare/potenziare i servizi educativi con una specifica attenzione alle difficoltà di apprendimento e alle disabilità.
Anche gli edifici scolastici devono essere rivisti per porre rimedio all’inadeguatezza del numero di studenti per classe adeguando le dimensioni delle aule e degli spazi per le attività laboratoriali e l’attività fisica, per la refezione e la ricreazione scolastica, oltre alle attrezzature per la didattica.
Pensiamo ad un piano integrato di utilizzo di spazi pubblici extra scolastici oggi dismessi o scarsamente sfruttati, anche non formali, da dedicare alla didattica complementare, per ampliare l’offerta formativa, per attività di sostegno, spazi per la DAD e didattica all’aperto da progettare di concerto con le scuole. Tale piano potrebbe rientrare nel “Patto educativo di comunità” che già funziona nel nostro territorio ma che può essere potenziato per mettere a sistema esperienze e risorse.
Il cambio di paradigma sociale che si auspica è nelle mani delle generazioni più giovani, saranno loro i soggetti attivi dell’innovazione tecnologica e digitale, della “rivoluzione verde”, del contrasto alle disuguaglianze e, con questa consapevolezza, gli si deve dare la possibilità di farsi sentire e di essere ascoltati, soprattutto per le scelte che li riguardano.
Generalmente ci si occupa di loro quando rappresentano “un problema” altrimenti non li si considera; noi al contrario li consideriamo “una risorsa” preziosa grazie all’innovazione ed alla creatività che riescono ad esprimere, quella creatività che in molti casi in ambito scolastico è considerata un disvalore.
Come renderli protagonisti è un punto chiave da affrontare mettendo al centro la scuola e la fitta rete di agenzie educative territoriali.
Devono essere interpellati anche per individuare insieme a loro le esigenze di luoghi di aggregazione per lo svago, per la musica, per riunioni ed incontri.
Anche in questo ambito non partiamo da zero: da una parte le nostre scuole vantano un’esperienza didattica dinamica e di grande qualità che ha fra i propri obiettivi educativi la diversità, l’interculturalità, la legalità, la cittadinanza, la salute, la corporeità, l’ambiente, le nuove tecnologie, la relazione con il territorio ed il mondo del lavoro.
Dall’altra, le nostre istituzioni culturali e i luoghi della cultura (biblioteche, archivio storico, musei, teatro), largamente apprezzati per l’alto valore culturale, in alcuni casi soffrono per l’insufficienza degli spazi a disposizione e del personale dedicato rispetto ai tanti servizi specializzati che forniscono ad un pubblico sempre crescente.
Ne sono un esempio le biblioteche di Persiceto e Decima, per le quali vanno individuate nuove soluzioni logistiche.
Infine la pregevole rete dell’associazionismo, con le sue molteplici forme di offerta culturale e di occasioni di approfondimento critico.