Il buon governo: base per il benessere e il buon vivere della comunità
Alla base di un’efficace azione amministrativa è fondamentale innanzitutto una buona pratica politica che, nei principi, regole e procedure di governo, si dimostri effettivamente democratica e partecipativa.
Risulta quindi prioritario l’impegno nel curare il rapporto con la comunità, partendo dai singoli individui per arrivare alle tante associazioni presenti sul nostro territorio. Queste ultime aggregano e sostengono i cittadini nei momenti più difficili, laddove l’istituzione non è in grado di dare risposte alle loro necessità, ma anche quando offrono la possibilità di soddisfare interessi culturali, l’attività sportiva, la fruizione del tempo libero e l’esigenza di socialità.
Il “ben essere e il buon vivere” sociale ed economico della comunità tutta deve essere l’obiettivo degli amministratori.
È imprescindibile adottare la pratica dei “percorsi partecipativi” attraverso i quali creare le condizioni per rendere possibili l’ascolto delle problematiche, il confronto e l’individuazione di soluzioni condivise tramite le Consulte tematiche e di frazione. Allo stesso tempo si devono contemplare nuove forme di coinvolgimento per dar voce ai più giovani, al fine di renderli attivamente partecipi nella vita democratica della comunità.
Le proposte elaborate dal Terzo settore e da libere aggregazioni di cittadini nei più svariati campi (ambientale, culturale, sportivo, sociale, della protezione civile, dei valori, dei diritti e della legalità) hanno un valore inestimabile, unico e peculiare, e da queste possono nascere approfondimenti su temi specifici, iniziative, progetti e collaborazioni da sviluppare assieme. In tal senso è prioritario incrementare le capacità di progettazione europea degli attori del territorio e, con esse, le possibilità di cogliere importanti opportunità di sviluppo beneficiando dei cosiddetti “fondi europei”.
Per rinnovare e facilitare il rapporto fra Pubblica Amministrazione, cittadini e imprese è bene ridurre la burocrazia. Inoltre è necessario promuovere uno sviluppo digitale democratico e inclusivo, sostenendo l’alfabetizzazione sull’utilizzo di Internet e delle tecnologie di informazione e comunicazione. Il digitale deve essere al servizio delle persone e rispondere ai loro bisogni nelle attività quotidiane e nel lavoro.
Nella nostra epoca il buon governo non può prescindere dalla transizione ecologica, ed è chiaro come sia necessaria la partecipazione attiva delle persone per affrontare con successo gli steps che questo processo implica.
È indubbiamente una questione culturale scegliere di costruire o ristrutturare la propria abitazione utilizzando materiali ecologici, allo stesso modo fare acquisti negli esercizi di vicinato rispetto al commercio on-line, andare al lavoro in bici piuttosto che in auto, oppure effettuare con diligenza la raccolta differenziata dei propri rifiuti. Tutti questi sono esempi di azioni per le quali non si percepisce un vantaggio immediato ma, al contrario, un aggravio economico o una perdita di tempo; solo attraverso la sensibilizzazione, l’informazione e la formazione si può innescare un percorso di crescita civile, individuale e collettiva, che dia origine a iniziative concrete da parte dei cittadini stessi.
Ci siamo da troppo tempo adeguati a vivere in una società individualista in cui basta pagare per avere un servizio, mentre il benessere collettivo raramente viene percepito come un valore. Serve un radicale cambio di paradigma verso una società in cui le persone si sentano realmente responsabili della “cosa pubblica”, non solo al momento del voto (delegando poi in toto agli eletti) ma anche nella quotidianità, e servono luoghi e occasioni affinché il diritto di cittadinanza attiva possa essere pienamente esercitato.
Cittadini più informati e consci dei propri diritti e doveri possono contribuire a creare una comunità più equa e giusta, attenta ai più deboli e promotrice di politiche innovative ed ecologiche.
Fondamentale per il buon governo è la collaborazione con gli altri enti e le altre realtà. Infatti sempre più dovremo affrontare scelte complesse che prescinderanno dalle strette competenze comunali, progetti che si dovranno realizzare in sinergia con interventi di carattere sovraordinato, basti pensare alle ingenti risorse comunitarie del Next Generation UE, programma che rappresenta la sfida più alta che attende il Paese da subito. Bisognerebbe avere già pronte delle proposte concrete, sostenibili da ogni punto di vista, e una serie di relazioni istituzionali costruttive e ben incardinate con tutti gli interlocutori territoriali: gli altri Comuni del persicetano, la Città metropolitana, la Regione, i numerosi enti partecipati e non, le associazioni sindacali e di categoria.
A tal proposito è obiettivo prioritario affrontare la crisi che sta vivendo l’Unione dei Comuni di Terre d’Acqua: occorre agire per la ricostruzione e la piena operatività sia come soggetto politico che rispetto ai servizi erogati, anche rivedendone l’organizzazione, se necessario. In questa ottica è utile il confronto con altri Comuni che realizzano pratiche virtuose di successo per non partire sempre da zero, facendo tesoro delle altrui esperienze (Città in transizione, Associazione comuni virtuosi: esempi di buone pratiche di governo).
Il buon governo del Comune altresì non può prescindere da progetti e investimenti strategici, valutazioni e monitoraggi d’impatto ambientale e di genere in coerenza con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.