Vocazione turistica

Vocazione turistica e valorizzazione del territorio

La pandemia che stiamo vivendo ha indotto molti di noi ad adottare nuovi stili di vita, apprezzando le attività all’aria aperta, la scoperta di luoghi vicini, insoliti e poco noti ma ricchi di eccellenze ambientali, storiche, culturali, gastronomiche.

Si svelano così saperi di grande valore per la comprensione delle radici e dell’evoluzione della cosiddetta “cultura materiale quotidiana” che, lungi da essere “cultura minore”, incarna la vera essenza delle comunità.

Nel nostro territorio da lungo tempo ci si è presi cura del patrimonio locale, valorizzandolo e rendendolo attrattivo anche per un turismo alternativo, che predilige la mobilità dolce, il rapporto con il territorio, le sue eccellenze e la sua gente, molto apprezzato anche dal turismo scolastico.

Persiceto, per la sua posizione strategica sia ferroviaria che ciclabile, con l’imminente completamento della Ciclovia del Sole, è destinata a diventare uno dei 30 Centri di Mobilità previsti dal Piano della mobilità sostenibile metropolitana di Bologna (PUMS), nodo d’interscambio e porta d’accesso alla città di Bologna e alle altre importanti ciclovie che dalla pianura giungono al mare.

Un’altra opportunità da non perdere risiede nella valorizzazione della Piccola Cassia (o Cassiola), un’antica strada romana che congiunge la via consolare Cassia alla Pianura Padana passando anche per San Giovanni in Persiceto.

La riscoperta di questo cammino ha preso il via nel 1983 e successivamente, nel 2016, il Comune di Nonantola ne ha riconosciuto l’importanza creando insieme al CAI e a varie associazioni un itinerario per chi ama viaggiare a piedi (promosso da Bologna Welcome) che parte dall’Abbazia e arriva a ridosso della zona di Monteveglio seguendo il tracciato dell’antica via Romea – Nonantolana.

In realtà da Monteveglio il tragitto puntava direttamente verso il nord (San Giovanni in Persiceto, Crevalcore) e non verso Modena. Il percorso che ci interessa e che andrebbe ripristinato va da Bazzano a San Giovanni, e risulta doppiamente interessante perché, andando a nord, si può collegare alla Ciclovia del Sole (ossia l’antica via Claudia Augusta) che porta a Verona e poi in Germania, mentre, a sud, si dirige verso Pistoia e sfocia nell’antica via Cassia.

Siamo perciò pronti a collaborare con gli Enti le Associazioni culturali e ambientali (GIAAP, FIAB, WWF…), gli storici locali, i professionisti del turismo e la Pro Loco per dare slancio a queste nostre risorse che possono rappresentare un importante volano per la buona occupazione e per le nuove imprese di giovani, rafforzando l’offerta della rete museale, paesaggistica e delle aree ecologiche diffuse, creando una filiera di qualità per il cicloturismo con servizi all’avanguardia (velopark e velostazioni), specializzandosi nell’accoglienza di ciclisti e camminatori anche grazie alla riqualificazione di edifici esistenti, come la ex caserma dei Carabinieri (in origine Antica Locanda di San Giorgio) che potrebbe essere riportata alla sua funzione originaria con la realizzazione di un efficiente Ostello ecosostenibile a impatto quasi 0.

Nel complesso pensiamo ad un progetto di promozione territoriale che favorisca la fruizione della città implementando un sistema attrattivo di accesso coordinato fra rete museale, ristorazione, commercio, offerte culturali, trekking urbano e ricezione turistica con sconti e agevolazioni.

In tale contesto anche la progettazione scolastica può avvalersi di sinergie positive con altre istituzioni e associazioni del territorio per iniziative di marketing territoriale come già è avvenuto per alcune esperienze di successo (Cicero in urbe, L’Orto Culturale, Presenze longobarde in territorio bizantino) dell’Istituto Archimede.

Oltretutto bisognerebbe sviluppare la conoscenza dei tanti (anche piccoli) resti millenari presenti sul territorio in quanto beni di valore storico-testimoniale, tracce sopravvissute della nostra storia che quotidianamente incontriamo ma non sappiamo riconoscere.

Le manifestazioni fieristiche possono rappresentare un altro elemento di forte richiamo per i visitatori.

Oggi non hanno più l’importante valore mercantile che hanno mantenuto per secoli, quando rappresentavano l’unico mezzo per far conoscere merci, prodotti artigianali e agricoli e per commercializzarli più convenientemente in quanto esenti da “dazi e gabelle”.

Perciò l’attrattività delle fiere deve essere ripensata affinché non si limiti a divenire un ulteriore mercato settimanale con qualche stand espositivo e gastronomico in più, ma sia espressione del territorio con le sue caratteristiche naturali, agricole (La campagna va in città) e produttive, della tradizione, del patrimonio culturale e delle proprie forme di aggregazione e socialità.